Reflusso gastroesofageo

05.06.2019


Sei anche tu fra i 15 milioni di italiani che soffrono di reflusso gastroesofageo, disturbo che è stato recentemente battezzato " malattia del terzo millennio"?

Anche tu , come tanti fai il medico di te stesso e utilizzi farmaci da banco per alleviare i sintomi del reflusso?

Se la tua risposta è si , ti consiglio di leggere attentamente questo articolo, per capire cosa fanno questi farmaci , quali effetti collaterali hanno e cosa potresti invece provare a fare.

Innanzitutto definiamo cos'è il reflusso gastroesofageo, e quali sintomi può manifestare.

Per reflusso gastroesofageo, s'intende il passaggio di materiale gastrico in esofago che, entro certi limiti è fisiologico, ma che se aumenta in quantità, frequenza e durata, provoca sintomi come bruciore dietro lo sterno che può irradiarsi anche posteriormente fra le scapole o al collo fino alle orecchie e rigurgito acido, ovvero una percezione di liquido amaro o acido in bocca.

I sintomi si possono presentare in modo continuativo durante la giornata, oppure in modo intermittente. Ad esempio, il reflusso può verificarsi al risveglio, dopo i pasti e durante la notte (tipicamente da mezzanotte alle 3 di mattina) o solo in posizione sdraiata e mentre ci si piega in avanti ( ad es. mentre si allacciano le scarpe).

Altri sintomi possono essere: difficoltà digestive, nausea, tosse, raucedine, abbassamento di voce, insonnia, dolore toracico, simile a quello di natura cardiaca.

Il reflusso gastroesofageo è causato da diversi fattori, come quelli alimentari, anatomici, funzionali, ormonali e farmacologici. Il tono dello sfintere esofageo inferiore (zona di passaggio tra esofago e stomaco), chiamato cardias, costituisce una barriera pressoria contro il reflusso ed è il componente più importante del meccanismo anti-reflusso. Quando la pressione della zona si riduce, come ad esempio durante il passaggio di acqua o cibo, il materiale acido e non-acido risale dallo stomaco all'esofago (anche in condizioni normali). Se la quantità e la durata del reflusso superano una determinata soglia, si verifica il reflusso. La pressione della giunzione tra esofago e stomaco mostra considerevoli variazioni diurne ed è influenzata dalla dieta, dagli ormoni circolanti e da alcuni farmaci. Un aumento della pressione intra-addominale, come nelle persone in sovrappeso e nelle donne in gravidanza, predispone maggiormente al reflusso.

La terapia iniziale per il reflusso gastroesofageo si dovrebbe basare su un'adeguata educazione alimentare e dello stile di vita, volta a ridurre il peso corporeo (soprattutto la circonferenza addominale) ed evitando il fumo e gli alimenti che potrebbero peggiorare l'acidità come cioccolata, caffè, alcolici, pomodoro, agrumi.

Bisognerebbe evitare di coricarsi subito dopo i pasti, soprattutto quando pesanti o abbondanti (sarebbe necessario attendere almeno 3 ore) e in ogni caso sarebbe buona norma consumare una cena leggera.

Se i disturbi permangono, il medico, potrebbe prescrivere alcuni farmaci:

Antiacidi: neutralizzano l'acido nello stomaco. Hanno un'azione rapida ma sono utili solo come rimedio sintomatico, non essendo in grado di guarire la mucosa esofagea da eventuali erosioni (esofagite). L'abuso di queste sostanze può inoltre causare problemi di diarrea o stipsi.

Farmaci che riducono la produzione di acido: gli H2 antagonisti (la piu' conosciuta è la ranitidina) sono rapidi ed il loro effetto dura più a lungo rispetto agli antiacidi. Il limite del loro utilizzo è dettato dal fatto che, dopo un periodo di tempo variabile, possono smettere di funzionare.

Farmaci che bloccano la produzione di acido: gli inibitori di pompa protonica, IPP (omeprazolo, lansoprazolo, rabeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo) hanno un'azione iniziale un po' più lenta rispetto agli H2 antagonisti (comincia dopo 48 ore).

Questi ultimi sono comunemente chiamati GASTROPROTETTORI.

Ma siamo certi, che davvero proteggano lo stomaco?

Guardiamo un po' cosa comporta bloccare le cellule responsabili della produzione di acido nello stomaco.

Innanzitutto nello stomaco non avremo piu' un ph acido (1,5-2) ma avremo un ph neutro( intorno a 7).

Cio' determinerà un rallentamento della digestione, in quanto diversi enzimi, come ad es, il pepsinogeno, non si attiverà, ovvero in ambiente non acido non si converte in pepsina; di conseguenza le proteine non verranno scomposte in peptidi , molecole più piccole.

Conseguentemente il lavoro delle proteasi pancreatiche aumenterà.

Il fatto che arrivino proteine intatte nell'intestino, determinerà una disbiosi a favore di quei batteri patogeni che si cibano appunto di proteine.

tutti i IPP, ma in particolare OMEPRAZOLO e PANTOPRAZOLO, aumentano l'espressione di un marker tumorale: la Cromogranina-A.

Elvati livelli di Cromogranina -A sono stati associati all'insorgenza di feocromocitoma,tumore delle cellule cromoaffini che secernono catecolamine, tipicamente localizzato nei surreni.Tra gli effetti che produce questa glicoproteina c'è la diarrea cronica.

Siccome pero' gli IPP determinano anche una carenza di B12,per malassorbimento, che sappiamo provocare stitichezza, in questi soggetti i 2 effetti opposti si neutralizzano e portano ad una situazione di apparente normalità.

L'impiego per lungo periodo dei PPI può portare ad una deplezione di magnesio nell'organismo, con possibile comparsa di gravi complicanze associate all'ipomagnesiemia.

In studi osservazionali si è notato come ci sia un significativo aumento delle fratture dell'anca, polso e colonna vertebrale in soggetti che abbiano fatto uso di inibitori di pompa per oltre 5 anni.

Il meccanismo biologico potrebbe essere che l'assorbimento del calcio con la dieta dipende da un basso valore di pH nello stomaco.

Un altro potrebbe essere l'aumento dell'uso del tampone del fosfato calcico.

Alla luce di tutto questo, è conveniente, per il tuo stato di benessere, utilizzare questi farmaci?

Direi proprio di no!!!!!

Cosa possiamo fare , oltre a modificare lo stile alimentare e di vita?

Sicuramente fare un ciclo di trattamenti di reflessologia plantare.

Si, perchè la reflessologia ti aiuterà a riconquistare il tuo equilbrio nervoso,endocrino , a gestire meglio lo stress, e a migliorare l'attività muscolare dello sfintere cardias, il vero ed unico responsabile del reflusso.

Quindi se anche tu soffri di reflusso e vuoi provare a smettere di assumere questi medicinali,o comunque a ridurne l'uso , contattami e vieni a provare!

Ti aspetto!!!

I

 

Dott.ssa Barbara Pizzarelli Via Telemaco Dall'Ara 5-42124 Reggio Emilia -                                                         codice fiscale PZZBBR69P41H223R    
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